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Una verifica doverosa

  Una verifica doverosa Un giorno l’assessore ai lavori pubblici del paese chiamò Antonio nel suo ufficio. “Cosa vorrà mai?” Pensava tra se e se Antonio. Il rapporto con l’autorità gli generava sempre un inevitabile disagio. Non si sapeva mai dove sarebbero andati a parare i potenti. Comunque erano quasi sempre rogne. L’assessore lo salutò cordialmente ed entrò subito in argomento. “Antonio forse lo saprai già ma Giovanni è morto… il camposantaro. Lo conoscevi no?” Certamente che lo conosceva e sapeva anche che era morto. Si vedevano quasi tutti i giorni quando andava a ritirare l’immondizia dal cimitero. Lui faceva lo scopino, così si chiamavano una volta. “Antò… te la sentiresti di prendere il suo posto? Gli disse senza troppe cerimonie l’assessore. La paga resta la stessa ma non avrai l’onere di alzarti presto la mattina e inoltre avrai diritto ad abitare nella casa annessa al cimitero”. Lì per lì Antonio restò sconcertato… il cimitero i morti, le anime. “Pensaci! Tu m...

L'abitudine aggiusta le cose

  L’abitudine aggiusta le cose Alvaro era finito a lavorare alla camera mortuaria quasi per caso. Il responsabile della sua sezione un giorno lo aveva chiamato e gli aveva proposto quel nuovo incarico. Avrebbe dovuto preparare e vestire i morti prima di metterli nella cassa. “Beh cosa c’è di strano?” Gli aveva detto il capo. “Nessuno ti romperà le scatole come succede adesso che devi tutto il giorno correre di qua e di là a recuperare i rifiuti speciali dell’ospedale. È un’attività dignitosa e da un certo punto di vista nobile. Ci vuole sensibilità e certo un po’ di pelo sullo stomaco ma a te queste due cose non mancano. Dai Alvaro vedrai che non te ne pentirai” Poi gli aveva fatto il segno sfregando il pollice e l’indice come a dire che c’era anche qualcosa da guadagnare. Alvaro non aveva avuto il tempo di ribattere e il suo capo aveva applicato sbrigativamente il metodo del silenzio/assenso. Così con un po’ d’apprensione Alvaro aveva cominciato il suo nuovo lavoro. I parenti ...

La Giostra della felicità

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  La Giostra della Felicità La felicità, una parola astratta alla quale ognuno attribuisce il significato che più gli si confà. Dovendola definire: la felicità è uno stato di gioia che pervade tutto l’organismo, accende le emozioni e fa intravvedere un futuro roseo e radioso trasmettendo una forte carica di ottimismo. Dal mio punto di vista siccome con il tempo sono diventato un ideal - razionalista (poco ideale e molto razionalista) ho cercato un metodo pratico che circoscriva la felicità per poterla valutare non trascurando nessuno dei suoi aspetti: l’ideale e il razionale. La mia personale convinzione è che la felicità esista in grumi e sia disseminata a caso nella matassa complicata e turbolenta della vita. Come un cercatore d’oro che scava una montagna e ogni tanto trova una pepita tra i sassi. Oppure passa giornate a setacciare la sabbia di un fiume aurifero e d’un tratto vede le pagliuzze d’oro brillare nel catino. Un’altra caratteristica della felicità: è passeggera e...

L'età

  L’ETÀ Cari amici di fb in questi giorni ho sviluppato un trattatino che riguarda l’età. Non è un’opera rigorosa dal punto di vista scientifico, a tratti è provocatoria e ha un certo grado di arbitrarietà quindi va valutata non troppo severamente. Si vogliono semplicemente ridefinire i parametri che concorrono a stabilire la nostra età. Come per la temperatura atmosferica c’è quella reale e quella percepita, si tratta di stabilire il giusto limite tra le due. Il trattatino contiene comunque alcune proposizioni sui singoli argomenti che possono essere accettate o condivise. Quando si è giovani mostriamo scarso interesse alla nostra data di nascita ma quando inevitabilmente si giunge ad una soglia nella quale il corpo mostra i primi cedimenti il problema si ripresenta. Nel breve saggio ho cercato di individuare un metodo per affrontare il tema dell’età da un punto di vista funzionale, non solamente anagrafico. Lo strumento è personale e ognuno può utilizzarlo in maniera da a...

Tre giorni di paura

  TRE GIORNI DI PAURA La ruspa rimuovendo il boschetto di canne di bambù al limite del mio terreno è andata troppo vicino alla recinzione e l’ha fatta cadere. Debbo rimetterla in piedi. Sto sostituendo i vecchi paletti con altri nuovi. Ne ho già piantati due ma in mezzo c’è un ceppo di canna residuo che termina con uno spuntone ed è sfuggito al ruspista. Debbo rimuoverlo per piantare il terzo palo. Con la zappa attacco il ceppo da un lato, uno due tre colpi. Non viene. Dall’altro? È tenace il maledetto. Con rabbia alzo la zappa più in alto che posso e giù. Gli sono andato troppo vicino. Il dito mignolo della mano destra viene preso tra il manico della zappa e lo spuntone di canna. Benché abbia i guanti il polpastrello del mignolo è maciullato. Mi tolgo il guanto. La carne si irrora di sangue. Guardo desolato la ferita profonda fino all’osso. Cosa faccio adesso? Devo finire il lavoro. Come un imbecille tenendo il dito lontano dal manico della zappa continuo fino a che il terzo pal...

La fiera di Geel

  Geel è una cittadina a nord del Belgio dove ho avuto occasione di lavorare. Geel è vicino ad Anversa e ospita uno dei poli industriali più importanti del paese. La cittadina è nella parte fiamminga del Belgio.   LA FIERA  DI GEEL C’è aria di festa a Geel. La si percepisce dai sorrisi aperti e dalla leggera eccitazione che si legge sui volti della gente. Sulla via principale ci sono i carrozzoni colorati delle giostre. Sono parcheggiati ordinatamente e formano un treno ininterrotto fino all’entrata della cittadina. Il tempo sembra voglia dare il suo contributo. Una brezza fredda e leggera spazza le nuvole che corrono veloci verso il mare. La piazza é stata sgomberata e appare senza automobili straordinariamente grande. La cattedrale austera, con le guglie scure e appuntite, ha riacquistato la sua autorità e troneggia imponente sulla piazza come in passato. Ristoranti e pub hanno attrezzano le verande con tavoli e panche. Su delle botti rovesciate brillano già al...

Una bugia dalle gambe cortissime.

  Chi vuole intraprendere la carriera o avere la semplice determinazione di fare lo scrittore deve attenersi a delle regole base. Fare i conti con la grammatica, la sintassi, la punteggiatura, la consecutio temporum ecc. Soddisfatte queste esigenze di natura tecnica l’autore può entrare nel merito della scrittura e sviluppare il suo progetto sia esso un romanzo, un racconto, un saggio o una poesia. (La poesia a differenza delle altre specialità gode di una certa benevolenza nel giudizio critico della sua forma. Se il poeta, per soddisfare una rima o per chiudere un verso, o per affliggere il lettore con i suoi piagnistei ha bisogno di deviare dalle regole grammaticali o storpiare un verbo nessuno troverà da ridire). Alcuni poeti esagerano con le licenze e si prendono anche le ferie, ma questo attiene alla sfera della psicologia.   Tra i tanti tranelli nei quali può incappare uno scrittore nello sviluppare la sua opera certamente il più pericoloso è quello di essere noioso....