La Giostra della felicità
La Giostra della Felicità
La felicità, una parola
astratta alla quale ognuno attribuisce il significato che più gli si confà.
Dovendola definire: la felicità è uno stato di gioia che pervade tutto
l’organismo, accende le emozioni e fa intravvedere un futuro roseo e radioso
trasmettendo una forte carica di ottimismo.
Dal mio punto di vista
siccome con il tempo sono diventato un ideal - razionalista (poco ideale e
molto razionalista) ho cercato un metodo pratico che circoscriva la felicità per
poterla valutare non trascurando nessuno dei suoi aspetti: l’ideale e il razionale.
La mia personale convinzione
è che la felicità esista in grumi e sia disseminata a caso nella matassa
complicata e turbolenta della vita. Come un cercatore d’oro che scava una
montagna e ogni tanto trova una pepita tra i sassi. Oppure passa giornate a
setacciare la sabbia di un fiume aurifero e d’un tratto vede le pagliuzze d’oro
brillare nel catino. Un’altra caratteristica della felicità: è passeggera e la
sua permanenza nella nostra psiche è normalmente rapida. Guai a considerarla
stabile o pensare che ne abbiamo diritto o che possa essere la ricompensa di un
nostro desiderio mai darlo per scontato.
Essa viene e se ne va quando più le aggrada, non dobbiamo tirarla per la
sottana altrimenti quando va via ti lascia la sorella che è l’infelicità. Il criterio
con cui viene e parte è difficile saperlo a meno di essere molto saggi e quando
vi viene incontro sorridendo fare finta di non vederla.
Naturalmente esiste la
possibilità di essere timidamente felici evitando di perdersi nel sogno di felicità
intense e grandiose. Anche quando si ha la sventura di essere colpiti dal caso
basta contentarsi di quello che si ha, metteteci une pincée d'espoir ed usare le dovute accortezze affinché la
felicità, se ha deciso di visitarci di nuovo trovi un ambiente adatto e
confortevole.
Dopo questa breve
premessa veniamo al fatto.
L’altra volta ci siamo
occupati dell’età. Questa volta il trattatino
riguarderà la felicità. Un tema controverso e misterioso. Tutti vorremmo essere
felici. Tuttavia se io chiedessi a dieci persone di dare una definizione della
felicità riceverei dieci risposte, magari simili, ma sicuramente discordanti. Quindi
la felicità è un fatto personale? Certamente! Però ci sono delle condizioni
pratiche delle quali bisogna tener conto perlomeno per soddisfare la parte
razionale della felicità. In questa ottica, per evitare di perdersi
nel vago, ho riportato su un disegno tutte le variabili e i dati di fatto su
come a parer mio è strutturata la felicità. Il disegno che mi è sembrato più
idoneo a rappresentare tutto lo schema della felicità è quello di una giostra.
Parti statiche e parti in movimento facenti parte di un unico meccanismo che
muove il ciclo della vita.
Tutta l’architettura
della felicità poggia su tre pilastri fondamentali che ricaveremo da un vecchio
proverbio arabo. Recita il proverbio:
“I valori fondanti
della felicità sono tre: la salute, l’amore e i soldi. (Come asseriva Pitagora tutto
può essere ricondotto a numero). Quindi alla salute assegniamo il numero uno, all’amore
il numero zero e ai soldi il numero zero. Se hai l’uno ogni zero che aggiungi
fa aumentare la cifra, se tu non hai l’uno rimangono tutti zeri.”
Come non essere
d’accordo? Quando siamo malati tutte le altre cose perdono di valore e l’unica
cosa che desideriamo è guarire.
Sul disegno ho
enumerato e descritto le parti principali della struttura le altre sono palesi
e scritte su ognuno dei seggiolini dei calcinculo. (Ho cercato di sintetizzare
il significato di ogni simbolo evidenziandone solo il core, altrimenti ognuno di loro richiederebbe un trattato).
1)
La salute. Non ha bisogno di spiegazioni.
La salute è una condizione di benessere fisico e mentale che rende la vita
degna di essere vissuta. Mantenersi in buona salute è un dovere imprescindibile
dal quale non si dovrebbe derogare. Se la si perde per una qualsiasi ragione è
bene fare del tutto per riacquistarla.
2)
L’amore. È uno stato di piacevole e
ricercato squilibrio che ci rende instabili, fragili, indecisi o temerari, incauti,
incuranti di quello che ci accade intorno a meno che gli accadimenti non
riguardino il soggetto del nostro amore. Nei seggiolini del secondo disco della
giostra sono mostrati i vari campi dove l’amore influenza le nostre azioni.
3)
I soldi. Evitiamo di impantanarci in un
giudizio morale del denaro che darebbe adito a interpretazioni discordanti. I soldi permettono di
accedere a moltissimi beni che altrimenti ci sarebbero preclusi. I soldi
abbattono le barriere sociali. I soldi danno sicurezza soprattutto alle persone
vulnerabili e certamente incapaci di difendersi. I soldi danno dignità (una
persona capace di guadagnare dei soldi è rispettata e in parte invidiata). Potremmo
continuare ma il tema è vasto, legato alla politica, al sociale e alla
filosofia. Quindi lo svilupperemo in un prossimo trattatino sul denaro. In questo caso ci occupiamo solo delle caratteristiche
dei soldi inerenti al tema della felicità mostrate sui seggiolini del primo
disco della giostra.
4)
Energia. È la forza che ci anima e che
ci fa svolgere tutte le attività di cui abbiamo bisogno per vivere. Essa
attinge alla salute fisica e mentale. Diversa per ognuno di noi ma necessaria
per far girare il motore della vita più o meno velocemente.
5)
Il silenzio: È il rifugio nel quale ogni
tanto sarebbe bene soggiornare. Il silenzio potrebbe essere definito un sonno
consapevole. Dove tutte le tensioni che ci rendono irrequieti e nevrotici si
sciolgono. Solo allora, svuotati dall’aggressività possiamo tornare in pace con
noi stessi e perché no! Anche con gli altri.
Adesso ecco finalmente il meccanismo che ho ritenuto adatto a rappresentare la felicità nel suo complesso.
Per una ragione oscura il disegno è andato in prima pagina. Mistero del web
La felicità e' dentro di noi. Pensieri e racconti realistici
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