L'età
L’ETÀ
Cari amici di fb in
questi giorni ho sviluppato un trattatino
che riguarda l’età. Non è un’opera rigorosa dal punto di vista scientifico, a
tratti è provocatoria e ha un certo grado di arbitrarietà quindi va valutata
non troppo severamente. Si vogliono semplicemente ridefinire i parametri che
concorrono a stabilire la nostra età. Come per la temperatura atmosferica c’è
quella reale e quella percepita, si tratta di stabilire il giusto limite tra le
due. Il trattatino contiene comunque
alcune proposizioni sui singoli argomenti che possono essere accettate o
condivise.
Quando si è giovani
mostriamo scarso interesse alla nostra data di nascita ma quando
inevitabilmente si giunge ad una soglia nella quale il corpo mostra i primi cedimenti
il problema si ripresenta. Nel breve saggio ho cercato di individuare un metodo
per affrontare il tema dell’età da un punto di vista funzionale, non solamente
anagrafico.
Lo strumento è
personale e ognuno può utilizzarlo in maniera da avere il risultato più
veritiero possibile (evitando di essere disonesti almeno con se stessi). Lo
stesso strumento potrete adoperarlo per stimare la vera età di quelli che vi
circondano senza che essi se ne avvedano.
Naturalmente il metodo
può dare certezze solo temporanee poiché i casi della vita sono incontrollabili
e potrebbero scombussolare tutto il quadro delle previsioni. Ma essendo il caso
o la fortuna non prevedibili nella valutazione complessiva non ne teniamo
conto.
Quanti anni hai? Una
domanda che genera disappunto a meno non ci sia rivolta da qualcuno che ha un
ruolo istituzionale.
Ognuno di noi ha una
percezione di se stesso strettamente personale, non è disposto a mediarla con
gli altri anche se l’opinione dell’altro potrebbe essere onesta e confacente
alla situazione reale.
Si può dedurre che
l’età (da giovani non ci si pone il problema) diventa un nostro dominio
esclusivo. Non si accetta di metterla in discussione a meno che qualcuno facendoci
un complimento non ce la riduca: “Dimostri dieci anni di meno di quelli che
hai!” Cosa rarissima! La gente tende ad alzarveli gli anni.
L’esigenza di scrivere
il trattatino è scaturita dal fatto
che la gente quando si arriva ad un cospicuo numero di anni inizia a valutarti
in virtù di un unico parametro che è l’età anagrafica. Tutte le altre cose
passano in secondo ordine.
Si finisce in un
calderone insieme a individui sconosciuti che poco hanno in comune con voi se
non la vostra età. Non mi sembra giusto imporre questa coesistenza in funzione
di una sola caratteristica. Quindi è chiaro che adesso io mi ribelli a essere
situato in una casella con l’età anagrafica stampata come un epitaffio. Per
rimarcare comunque una difformità di condizione tra coetanei me la sono cavata
con un aforisma.
“Ognuno ha gli anni che
si merita!”
Dopo di che in una
maniera che vorrei non fosse giudicata troppo severa o superba vorrei affrontare
l’argomento consentendo ad ognuno di situare la sua età correttamente e
onestamente nella scala dell’esistenza che va dall’inizio alla fine della vita.
Esistono
almeno quattro tipi di età.
L’età
anagrafica
È segnata sui documenti
e volenti o nolenti è presa in considerazione per tutti gli atti amministrativi
e burocratici che concernono il nostro ruolo sociale. Gli anni anche se non ve
li sentite ce li avete ed è quello a cui si aggrappano gli invidiosi che vi
circondano se avviene che le loro condizioni generali siano di qualità
inferiore alla vostra.
L’età
biologica.
Ognuno di noi è
conformato in una maniera unica che dipende dal DNA, dall’ambiente in cui è
cresciuto, dalle condizioni più o meno avverse che ha affrontato vivendo.
Avete sofferto i disagi
del vivere o siete vissuti in una famiglia agiata? Siete stati educati nella
maniera corretta riguardo all’alimentazione e all’esercizio fisico? Avete svolto
un lavoro più o meno pesante?
Se avete fatto lavori
usuranti o siete stati a contatto con sostanze nocive inevitabilmente ne risentirete.
Così come risentirete degli effetti più o meno importanti connessi alle
attività che richiedono prestazioni gravose. Se invece avete fatto lavori
sedentari e non li avrete integrati con l’esercizio fisico soffrirete di uno
scarso sviluppo della muscolatura con conseguente fragilità della struttura
ossea.
In generale se sarete
stati in grado di utilizzare il vostro corpo in maniera corretta e se la sorte
non vi è stata avversa risentirete meno degli acciacchi dovuti al passare del
tempo.
In pratica sarete in
linea, più giovani o più vecchi di quello che dicono i documenti.
L’età
mentale
Il cervello come tutti
sapete è un organo complesso ma si sviluppa e diviene più performante se lo
esercitate. Il cervello, a differenza di tutti gli altri organi che svolgono il
proprio lavoro in silenzio e senza lamentarsi, è estremamente pigro e trova
tutte le scuse per non lavorare quindi bisogna obbligarlo all’attività mentale.
(C’è gente che preferirebbe arare un campo anziché studiare, leggere un libro o
scrivere qualcosa). Però se non lo utilizziamo o lo utilizziamo parzialmente
diventerà sempre più pigro fino ad atrofizzarsi. Quando ne avremo bisogno per
risolvere un problema più complicato del solito bisognerà rivolgersi ad altri.
In questo stato di pigrizia o addirittura di accidia finiremo nella schiera dei
cultori di luoghi comuni come quelli che appena arrivati al bar vi forniscono
le previsioni del tempo fresche fresche salvo a tirarsi indietro se esse non si
avverano. Inoltre arriveremo a capire ed accettare solo le verità elementari. Per
le verità complesse bisognerà rivolgersi agli specialisti. Non è una bella prospettiva.
Oggi tutto il mondo informatico si regge sul signor Google che fornisce
risposte ad ogni domanda e tende a non farci pensare ed a utilizzare non il nostro
cervello ma quello della rete. Lo scopo è chiaro ma ognuno lo deve capire da
solo. Vale a dire che il signor Google fornisce velocemente e gratis tutte le
informazioni che gli si chiedono ma se non siamo in grado di elaborarle per
trarne dei concetti con le informazioni ci possiamo fare la minestra,
chiaramente virtuale.
L’età
emozionale
Le emozioni principali
sono sei: Paura Rabbia Disgusto Felicità Tristezza Sorpresa. Esse sono dentro
di noi, nel nostro inconscio: (parte sommersa della nostra psiche inaccessibile
alla ragione), pronte a mostrarsi se le stimoliamo. A volte scaturiscono dalle pulsioni dei sensi,
altre volte sono mosse dall’amore, dall’odio o da tutti gli altri vizi e virtù
del nostro carattere. Le emozioni sono incontrollabili e ci trascinano nelle
più alte vette del piacere o negli abissi della sofferenza. Sappiamo che il loro
regno è pericoloso e istintivamente tendiamo ad evitarle anche se ne siamo
inevitabilmente attratti. Se esse non si manifestano spontaneamente o la loro
intensità non ci soddisfa possiamo arrischiarci a stuzzicarle assumendo
sostanze o portando al limite i nostri sensi. Operazione pericolosa che
potrebbe mettere fuori uso la ragione. Con la ragione out sono guai seri, si
finisce in braccio ai Servizi Sociali.
È cosa più sensata lasciare
che esse siano mosse dalla casualità o dai rapporti personali con i nostri
simili. Oppure scaturiscano da una relazione, da una bella musica, da un
bicchiere di vino ecc. ecc. Quelle negative purtroppo si manifesteranno anche se non le
abbiamo invitate, non lasciamoci sopraffare.
Tuttavia questo è solo
un consiglio e come dice un vecchio adagio:
“Ascolta mille consigli
poi va a casa e decidi da solo”.[1]
Adesso che abbiamo
seppur sommariamente investigato i tipi di età, passiamo a calcolare gli anni
che effettivamente pesano sulla nostra groppa.
Lo stereotipo esaminato
è un signore/a di settanta anni che vive una condizione di vita accettabile ma
soffre dell’opinione degli altri sulla sua età anagrafica. (70 anni è l’età
presa a riferimento ma il metodo è valido per tutte le età).
Età
anagrafica: 70 anni
(niente da dire, quella è)
Età
biologica come la calcoliamo? Se lui/lei è in buona salute e
per esempio da quando aveva sessanta anni nessun malanno si è aggiunto o ha
aggravato il suo stato di forma possiamo dire che la sua età biologica ha
subito pochi cambiamenti ed è restata quasi la stessa dei sessanta anni. Quindi
l’età attuale non sarà di 70 anni, ma ipotizziamo di 63 anni.
Età
mentale Torniamo al cervello. Se questo signore/a nella sua
vita anche dopo l’uscita dal lavoro o da un’altra attività ha continuato a stimolare
il cervello interessandosi all’arte, alla scienza e alla cultura in genere. Se
ha superato e combattuto le avversità. Se è stato curioso e propenso alle
novità, se ha letto molti libri, si sarà sforzato nella comprensione dei
sentimenti o lui stesso si sarà messo in gioco, se ha studiato e ha continuato
a studiare, è quasi certo che la sua mente è divenuta agile e capace di
risolvere qualsiasi quesito alla sua portata, anzi con l’esercizio continuo sarà
diventata più veloce o si sarà addirittura sviluppata. Quindi essa è magari
meno pronta, ma ancora più performante di quando aveva cinquanta anni.
(Contrariamente a quanto si pensa le neuro scienze affermano che i neuroni
opportunamente stimolati continuano ad aumentare di numero anche in età avanzata).
Quindi a questo signore/a assegniamo un’età mentale stimata in 55 anni
Età
emozionale.
Come abbiamo detto
nell’indagine le emozioni sono dominio dell’inconscio e quindi non accessibili
alla ragione. Però risentono del quadro generale della nostra psiche, in
particolare della nostra sensibilità e delle nostre passioni. Esse possono
sbocciare per le cause più varie connesse agli avvenimenti e la loro intensità sarà
tale da smuovere i meccanismi interni del piacere o del dolore. Quando saranno
cessate sicuramente la vostra psiche avrà avuto una scrollata che la avrà
liberata di parte dei rami secchi delle paure e delle cautele eccessive che ci
impediscono di vivere pienamente. In ogni caso sarete contenti di averle
vissute qualunque sia stato l’effetto negativo o positivo sul vostro stato
d’animo.
Quindi se siete capaci
di emozionarvi, piangere assistendo ad una scena di un film o ad un triste
episodio, ridere di gusto di fronte al comico e al grottesco o sorridere con
piacere perché qualcuno ha interpretato il vostro pensiero. Gioire per un
regalo, una visita o un messaggio inaspettato. Rabbrividire per la paura o
arrabbiarvi fino al limite per qualcosa che ci ha irritato o piegare la bocca
davanti ad una scena disgustosa. Se avrete provato tutto questo, non sarete
padroni di gestire le emozioni ma sarete in grado di dominarle senza andare nel
panico.
Allora per calcolare la
vostra età emotiva andremo molto indietro nel tempo di decenni. Quando la
freschezza della vita dominava i vostri sentimenti.
Al signore/a di cui
sopra assegneremo un’età emozionale di 40
anni. Ma potremmo scendere ancora.
Tiriamo le somme
sommando i valori assegnati ad ogni età avremo 70+55+63+40 = 228
228/4 = 57
L’età media stimata per
il signore/a non sarà di 70 anni ma di 57
anni.
Lo so! Dopo aver letto
questo trattatino vi siete calati minimo
una decina d’anni. Bene! Se lo avete fatto è un buon segno e quella sarà la
vostra età effettiva.
Ringrazio Stefania e Giorgio per la collaborazione
Gianfranco Liberati
[1] Non ho
volutamente inserito nella catalogazione l’età sessuale poiché quello è un
campo dove le bucie fioriscono a mazzi come i ciclamini.
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